Platinette, meno 70 chili in un anno: “Ecco come ci sono riuscito”

Platinette ha perso 70 chili in un anno e ora vanta una forma fisica decisamente più armoniosa. E’ stato lui stesso a dichiarare come ha fatto ad ottenere questo grande risultato.


Platinette, nome d’arte di Mauro Coruzzi, è molto di più di quello che vediamo in tv, è molto di più di acconciature strabilianti, abiti con paiette e lustrini. Parliamo di un artista a tutto tondo, intrattenitore, conduttore, autore, scrittore e chi più ne ha più ne metta.

Parliamo di un uomo che, grazie al suo talento e alla sua simpatia, ha sempre riscosso un grandissimo successo nella sua lunga carriera, mostrando su Instragram la sua quotidianità, con scatti semplici, senza trucco e parrucca.

Come ha fatto a perdere 70 chili

Negli ultimi scatti Mauro appare ben diverso da prima, decisamente dimagrito, con una forma fisica armoniosa ma come è arrivato a perdere ben 70 chili in un solo anno al punto da sembrare irriconoscibile (in senso buono, ovviamente!)? Come ha raccontato lui stesso, ospite da Barbara D’Urso, inizialmente ha optato per un intervento che ha ridotto le dimensioni del suo stomaco che, seguito da una dieta studiata su sua misura accompagnata da una buona dose di allenamento fisico, ha generato un miracolo dopo l’altro. In sei mesi ha perso 30 chili e, nel giro di un anno e mezzo, un totale di 70 chili. Questo nel 2021, però adesso sembra ancora più magro.

Il suo è stato un percorso di benessere e soprattutto di consapevolezza interiore, non solo dunque un fatto di ‘immagine’. A 65 anni l’artista ha deciso di riprendersi in mano la sua vita, anche a partire dal corpo e dal rapporto col cibo. Platinette è la prova tangibile che a ogni età ci può essere un cambiamento radicale che può avvenire solo partendo dalla propria volontà di sentirsi meglio. Ecco cosa ha dichiarato: “Sostanzialmente non è cambiato nulla. Ancora ricorro al servizio del cibo a domicilio. Ci sono persone che ti portano il cibo a casa h24. È cambiata la disposizione di una testa bacata che tale rimane nei confronti del cibo”-

Mauro ha aggiunto: “Adesso ho deciso di sopravvivere a me stesso, da un po’ di mesi a questa parte. All’inizio della pandemia mi è venuta voglia di mangiare meglio. Ho pensato di utilizzare il mio tempo provando ad entrare nella virtù, come prima ero entrato nel vizio. Ho fatto una serie di operazioni dal punto di vista psicanalitico, ho iniziato un percorso, ho iniziato a vedere la cosa cinicamente”, dicendo:“Ho calcolato gli anni che avevo davanti a me da vivere, meglio vivere sopravvivendo a se stessi che morire con un panino in gola. Ho pensato che gli anni che mi rimangono da vivere possono essere migliori se posso lavorare, vivere, camminare venti metri senza fermarmi con il fiatone”.

Ed ancora:“La spinta è stata dettata da un senso di sopravvivenza. Col corpo che avevo prima non potevo permettermi di fare più niente, se non stare su una sedia o al computer e magari farmi alimentare da un sondino”, concludendo: “Ingerisco meno calorie. Anche se amo ancora il cibo spazzatura, così come amo, senza controllo, le prelibatezze della mia terra. Il culatello, il parmigiano, il tortello, però in porzione decenti, così da non uscire con una specie di salvagente attaccato al girovita”.

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