Emily Ratajkowski: «Ora comando io»

Emily Ratajkowski, con il suo corpo, ha venduto hamburger. Ha venduto profumi all’essenza di ylang-ylang con note di sandalo e semi di ambretta. Ha venduto una serie di prodotti per capelli e almeno un «marchio di bellezza innovativo». Ha venduto linee di biancheria intima e innumerevoli costumi da bagno. Ha venduto abbigliamento economico, di fascia media e di lusso. Ha venduto pantaloni senza nemmeno volerlo, soltanto camminando per strada. Quello che non venderà con il suo corpo è il suo libro. Sul mio corpo (Piemme, pagg. 224, 16,90 euro) lo venderà con il suo nome.

La modella ha scelto anche la confezione della sua raccolta. Ha insistito per intitolarla Sul mio corpo (in inglese My Body, ndr) e di non mettere immagini in copertina, ma soltanto testo. Non sono dettagli che vengono lasciati agli autori, ma il suo editore, Metropolitan, ha accettato, ed è stata probabilmente una mossa intelligente. Questa è una persona che capisce come appariranno le cose.

«Sono tutte storie sul mio corpo, visto da diverse prospettive», ha detto Ratajkowski del suo libro durante una chiamata su Zoom circa un mese prima dell’uscita, il 9 novembre. «Come viene percepito, come l’ho usato, come è stato usato, a cosa mi ha permesso di accedere, come a volte mi abbia fatto sentire come se non fossi altro che un corpo. Sapevo che vedendo il titolo molti avrebbero alzato gli occhi al cielo e pensato: Oh, Emily Ratajkowski ha scritto un libro intitolato Sul mio corpo. Che originalità. Il mio nome è ormai sinonimo del mio corpo, delle immagini su Instagram e nel video di Blurred Lines e quant’altro. Ma mi piaceva l’idea che le persone si approcciassero al libro con le loro idee preconcette, l’idea di usare le associazioni che fanno su di me come strumento di lettura».

Tra i saggi del libro c’è Transactions, una riflessione rigorosa su cosa si scambia davvero quando una persona viene pagata semplicemente per partecipare a un evento. E c’è Britney/Toxic, sull’amicizia femminile e su quello che Britney Spears significava per lei quando stava cominciando la carriera di modella. (Spears rappresentava il potere, principalmente: «Per come la vedevo io, c’erano i presidenti e c’era Britney Spears», ha detto).

Da modella teenager a imprenditrice

Ratajkowski ha cominciato a lavorare come modella a 14 anni. Figlia unica di genitori bohémien, viveva fuori San Diego quando sua madre ha firmato i documenti. Ha continuato per anni, non necessariamente spinta dalla passione ma dal denaro che guadagnava e dalla libertà che esso le garantiva. La sua grande occasione è stata l’apparizione, nel 2013, nel video di Blurred Lines di Pharrell Williams e Robin Thicke, canzone dell’estate di quell’anno. Con quel video ha raggiunto la fama mondiale e la sua carriera è decollata. È stata scritturata per dei film. È stata pagata per partecipare a eventi e per rappresentare prodotti più importanti e di miglior qualità. Ma ogni volta, veniva scelta per realizzare la visione di qualcun altro.

Quest’anno ha compiuto 30 anni ed è entrata in una nuova fase della sua carriera e della sua vita. A marzo ha dato alla luce un figlio, Sly, avuto con il marito Sebastian Bear-McClard, il produttore preferito dei fratelli Safdie. Ha partecipato a qualche film in meno, ma nel 2017 ha lanciato un marchio di costumi da bagno, Inamorata, che si è poi espanso andando a comprendere anche all’abbigliamento. E poi c’è Sul mio corpo, che analizza tutto il suo percorso, in particolare il saggio Buying Myself Back sul commercio della sua immagine, che non sembra destinato ad avere un lieto fine, e nemmeno una fine di altro tipo, considerando che nella vita reale la storia che stiamo per raccontare continua.

L’immagine è mia

L’anno scorso, Ratajkowski ha pubblicato Buying Myself Back sulla rivista New York , raccontando di tre momenti in cui ha perso il controllo delle sue foto e delle ingenti somme di denaro pagate per riacquisirne la proprietà – da cui il titolo del pezzo. In un caso, l’artista Richard Prince aveva incluso una sua foto in una mostra alla galleria Gagosian di New York, prendendola dal profilo Instagram della modella e stampandola su tela. L’opera è stata acquistata da un impiegato della Gagosian. Così lei ha chiesto a Prince di realizzare un secondo NFT il cui prezzo di listino era 80.000 dollari, costo che la modella ha diviso a metà con il suo fidanzato di allora, ricevendo anche un piccolo studio del lavoro in omaggio.

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