Salvatore Esposito e Marco D’Amore: «Nel finale di Gomorra 5 lo sguardo intimo su Genny e Ciro»

La resa dei conti finale è alle porte. Ciro Di Marzio (Marco D’Amore) e Gennaro Savastano (Salvatore Esposito) si ritrovano di nuovo uno di fronte all’altro per la quinta e ultima stagione di Gomorra (dal 19 novembre su Sky e in streaming su Now), la serie ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano e tra i prodotti italiani più apprezzati al mondo (il New York Times l’ha inserita al quinto posto fra le produzioni non americane più importanti del decennio 2010/2020). 

Genny è nel suo bunker a Napoli, ha rinunciato agli affetti della famiglia per rimettere mano su Secondigliano e far piazza pulita dei Levante con l’aiuto di ‘O Maestrale, il violento boss di Ponticelli. C’è però un ostacolo inatteso: Ciro. Il suo ex braccio destro è a ancora vivo, a confessarglielo è Don Aniello, colui che quella fatidica notte, raccontata nella terza stagione, lo salvò. Ciro e Genny si rivedono a Riga, si abbracciano, ma tra i due ricomincia una guerra per riconquistare il trono di Napoli. 

Gomorra 5 e l’intimità tra Genny e Ciro

«Spero che lo spettatore non viva nell’ansia di come andrà a finire Gomorra, ma si faccia intrigare dal percorso», ci racconta Marco D’Amore. «Abbiamo spostato lo sguardo: dal racconto di un mondo all’intimità di due persone che diventano calamita per chi gli sta intorno, che determinano reazioni inaspettate, fratture e nuove unioni». «Per raccontare questa serie finale dobbiamo fare un salto indietro alla prima stagione»,  aggiunge l’amico Salvatore che dice addio a Genny.

Il difficile addio a Gomorra

«La fine non è mai piacevole perché ti porta alla memoria i ricordi, tutto quello che hai vissuto in questi anni e quanto sei cresciuto, ma nello stesso tempo c’è la consapevolezza di vivere in pace per quello che hai fatto, adesso mi sento più leggero. Io e Marco ora siamo in un limbo tra malinconia e il desiderio di iniziare un nuovo percorso». 

«Gomorra è stata un’esperienza di vita, come può essere a una profonda amicizia o un amore», confessa D’Amore, è chiaro che provo malinconia e tristezza, ma quando senti di aver dato tutto te stesso, senza rimpianti, puoi vivere in pace».

Salvatore Esposito e Marco D’Amore nella stagione finale di Gomorra – la serie.

MARCO GHIDELLI

Genny e Ciro a confronto

Genny e Ciro sono due personaggi che hanno lasciato il segno nel mondo della serialità televisiva. «Ciro mi ha scollato di dosso tanta polvere, era il residuo dei miei pregiudizi rispetto a certe esperienza di vita e a certi luoghi da cui ero scappato da piccolissimo», ci racconta Marco. «Lui mi ha ricondotto nel territorio da cui mi ero allontanato e mi ha fatto comprendere che anche dietro le scelte più atroci e sbagliate ci sono storie, ci sono diritti perduti e luoghi, in cui è impossibile vivere, ma dove si conserva ancora umanità e dove c’è la resistenza di una collettività cha grida al mondo che vuole stare bene».

«In questi anni ho riflettuto sul giudizio, quanto troppo siamo abituati a giudicare qualsiasi cosa anche senza conoscerla», riflette Salvatore. «Se ognuno di noi iniziasse a giudicare meno sarebbe un mondo migliore. Spesso conosciamo i risultati di una scelta, ma non sappiamo che cosa c’è dietro. Spesso si parte dal luogo comune che tutti abbiano la possibilità di scelta: in alcuni posti e contesti famigliari non è così». 

Salvatore Esposito e Marco D’Amore nei panni di Genny e Ciro.

MARCO GHIDELLI

L’addio definitivo a Gomorra

«Sì, è un addio definitivo», ci dice senza se e senza ma Marco D’Amore, «abbiamo sentito che fosse coerente finire questa avventura adesso. Facciamo come i grandi calciatori che appendono le scarpette al chiodo nel momento giusto per lasciare un ricordo meraviglioso, altrimenti rischieremmo di scendere in campo e fare brutta figura».

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